CAMPO INTERNAZIONALE 2012 – PENSARE AL FUTURO: LE NUOVE SFIDE DEL LAVOROINTERNATIONAL CAMP 2012 – THINKING THE FUTURE: WORK’S NEW CHALLENGES

Siamo giovani provenienti da diverse parti del mondo, che si sono riuniti al Villaggio La Vela per partecipare al Campo Internazionale promosso dall’Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira” di Firenze. Veniamo dal Benin, dal Camerun, da Israele, dall’Italia, dal Madagascar, dalla Palestina, dalla Repubblica Democratica del Congo, dalla Romania, dalla Russia e dal Senegal. In un’atmosfera di amicizia e di dialogo multiculturale abbiamo discusso il tema del lavoro e della disoccupazione giovanile ed abbiamo condiviso le nostre esperienze personali, senza essere inibiti da tabu sociali o stereotipi, liberi da qualunque tipo di barriera tra di noi. In questo modo, abbiamo avuto l’opportunità di condividere punti di vista nuovi su un problema che riguarda tutti noi. Traendo ispirazione dal detto africano: “Se vuoi andare veloce, vai da solo; se vuoi andare lontano, cammina insieme agli altri”, abbiamo scoperto che vivere e discutere insieme fortifica la nostra volontà di cambiare le cose, e rende possibile farlo.
Il primo punto essenziale sul quale ci siamo trovati d’accordo è il fatto che il lavoro non è solamente una categoria economica: è una dimensione complessa e fondamentale della vita umana. Di più, è un elemento legato alla personale vocazione di ognuno, un autentico ed irripetibile cammino di autorealizzazione. Poiché ogni singolo individuo durante la propria vita segue una vocazione, questa richiede e comporta autonomia. Raggiungere la propria autonomia permette di creare e sviluppare relazioni, una parte essenziale della vocazione stessa: solo individui indipendenti possono essere veramente legati fra di sé Siamo profondamente convinti che ogni mestiere abbia una sua propria dignità ed un proprio significato. Le tre religioni della famiglia di Abramo testimoniano che il lavoro di per sé è parte integrante del progetto di Dio sull’umanità e sul mondo intero. Anche in una società laicizzata, le religioni hanno il compito di essere fari morali anche per i non credenti.
Vivendo in questo periodo di crisi economica e finanziaria, crediamo davvero che l’attuale situazione del mercato del lavoro debba essere considerata anche sotto una prospettiva politica ed etica. Nel corso delle nostre discussioni, ci siamo resi conto che alcuni problemi sono comuni a tutti i nostri paesi: disoccupazione giovanile, corruzione, mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori, diseguaglianza nelle opportunità, inadeguatezza delle regolamentazioni, un aumento crescente del gap sociale e geografico, discriminazione sessuale e delle minoranze. Un fraintendimento della politica, insieme a decisioni contraddittorie ed non ragionevoli, hanno peggiorato questa situazione creando nuove barriere tra i governi ed i rispettivi popoli.
Riguardo quanto sopra, non abbiamo il minimo dubbio sul fatto che qualcosa deve essere fatto in merito ai problemi in questione, con un impegno tanto personale quanto collettivo. Abbiamo concluso che il primo e più importante elemento dal quale è possibile partire per cambiare la mentalità corrente è l’educazione: la generazione presente e quella future devono essere educate ad un’idea appropriata di lavoro, che possa essere considerato sia un diritto sia un valore. Purtroppo, siamo consapevoli del fatto che il presente sistema d’istruzione, in particolare quello universitario, non è sempre adeguato alla formazione del capitale umano di una persona, così come a preparare lo studente ad entrare nel mondo del lavoro. Perciò, è necessaria una profonda riforma del sistema, tale che le persone possano trovare il proprio posto all’interno delle loro società e comunità.
Inoltre, in termini di approccio sistematico, siamo arrivati alla conclusione fondamentale che esiste un forte bisogno di lavorare sulla responsabilità personale. Alla base abbiamo individuato quattro pilastri: consapevolezza, partecipazione, comportamenti economici , solidarietà. Per quanto riguarda la consapevolezza, l’abbiamo analizzata a diversi livelli: il primo concerne la comprensione del nucleo dei problemi essenziali, il secondo riguarda il prendere atto degli ostacoli cui potremmo andare incontro, il terzo, infine, richiede il trasmettere le nostre convinzioni ed i nostri principi alla generazione futura. Questo tipo di consapevolezza, se esercitata correttamente, porterà le persone a riscoprire la volontà ed il diritto di partecipare in modo diretto e completo alla vita politica, in modo da influenzare le decisioni dei governi. Concretamente, nella vita di ogni giorno, abbiamo concordato sul fatto che uno strumento comune che possiamo usare per agire sulla sensibilità del mercato è il consumo, inteso come scelta responsabile da parte del consumatore che dovrebbe premiare le imprese che promuovono una politica di lavoro più umana e sostenibile. Un altra importante dimensione è la solidarietà, sia a livello personale che pubblico, intesa non solo come una risposta emotiva ma anche come una consapevole linea d’azione.
In un mondo interconnesso come il nostro, gli individui possono fare qualcosa da soli, ma necessitano della politica che li sostenga perché possano davvero raggiungere risultati a livello macroscopico. Per questo, chiediamo alla politica di essere pienamente consapevole della missione affidatale, che è, prima di tutto, il servizio nei confronti della propria comunità, del proprio paese e della comunità internazionale. In questo senso, è un impegno morale, per la politica, il facilitare per tutti la possibilità di trovare una realizzazione personale nel proprio lavoro, sottintendendo chiaramente un sistema economico capace di affrontare positivamente le nuove sfide di un equilibrio globale dinamico ed in continua evoluzione. Non stiamo delegando niente ad un potere a noi esterno: siamo semplicemente consapevoli che il terreno scelto per accogliere il seme deve essere fertile: perché i nostri sforzi possano essere efficaci, dobbiamo creare un contesto politico e legislativo aperto a nuovi modi di considerare l’economia, la società, la politica, il lavoro e lo stesso essere umano.
In conclusione, dopo aver preso in considerazione tutti i fattori e data la congiuntura geopolitica attuale, siamo pronti ad affermare che una mutua e benefica cooperazione nello spirito del Campo Internazionale, promosso dall’Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira” di Firenze, ha il potenziale per contribuire alla costruzione di una nuova società e civiltà basata sulla solidarietà e sulla tolleranza e sui principali valori comuni condivisi da tutti noi.We are young people from many parts of the world, who gathered in La Vela Village to participate in the International Camp promoted by Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira” of Florence. We come from Benin Cameroon, Democratic Republic of Congo, Israel, Italy, Madagascar, Palestine, Romania, Russia and Senegal. In an atmosphere of friendship and multicultural dialogue we discussed the topic of work and youth unemployment and shared our personal experiences without being restrained by social taboos or stereotypes and free from any kind of borders between us. Thus, we had the opportunity to share new points of view on a problem concerning everyone. Inspired by the African saying: “If you want to go fast, go alone; if you want to go far, go together”, we found out that living and discussing together strengthens our will to change things and makes it look possible.
The first essential point which we agreed on is that work is not just an economical category: it is a complex and fundamental dimension of human life. Moreover, it is related to everyone’s personal calling, an authentic and unique path to self-realization. Since calling is something that is followed by individuals in their life, it requires and causes autonomy. Reaching one’s own autonomy allows setting up and developing relationship, an essential part of calling: only independent individuals can be truly related to each other. We are deeply convinced that all occupations have their own dignity and significance. All the three religions of Abraham’s family testify that work per se is part and parcel of God’s plan for humanity and for the world itself. Even in a secular society, religions should have the commitment to be an ethical lighthouse even for non-believers.
Living this period of economic and financial crisis, we do believe that the current situation on the labor market must also be regarded in a political and ethical context. In the course of our discussions we discovered that some problems are common to each one of our countries: youth unemployment, corruption, lack of respect towards workers, inequality of opportunities, inadequacy of regulation, growing social and regional gap, minority and gender discrimination. Political misconceptions along with contradictory and unreasonable decisions worsen this situation creating new barriers between the governments and their peoples.
With regard to the above we have no doubt that something has to be done about the problems in question, with both a personal and a common effort. We have found that the primary and most important element we can start from in order to change people’s mentality is education: the present and the next generations must be educated to a proper idea of labor, which can regard it both as a right and as a value. Unfortunately, we are aware of the fact that the present learning system, in particular the University one, is not always adequate to shape a person’s human capital neither to successfully prepare a student to enter the labor world. Therefore, a profound reform of this system is needed, so that people can find the right place in their own societies and communities.
Further, in terms of systemic approach we came to the essential conclusion that there is a strong need in working on personal responsibility. Basically, there are four pillars, which are as follows: awareness, participation, economic behavior, solidarity. As far as awareness is concerned, we observe it on several levels: the first one is about understanding the core of the basic problems, the second one regards taking into account the obstacles we might cope with, and eventually the third one implies passing on our believes and principles to the next generation. This kind of awareness, if properly applied, will bring people to rediscover the will and right to directly and fully participate in political life, in order to influence governments’ decisions. Practically, in everyday life, we agreed that a common tool that can be used to act upon the market’s sensibility is consumption, intended as a responsible choice from the side of the consumer that should reward the enterprises promoting a more human and sustainable work policy. Not to put too fine a point on it, another important dimension is solidarity both on the personal and the public level, not just as an emotional response but also as a conscious way of acting.
In our interconnected world, individuals can do something by themselves, but they need politics to back them up in order to really achieve results on a macro level. Therefore, we demand from politics to be fully aware of the mission that is required from it, that is, above all, the service towards local, national and international communities. In this sense, it’s a moral commitment, for politics, to facilitate the possibility for everybody to find a personal realization in her or his work, clearly implying an economical system able to positively face the new challenges of a dynamic and evolving global balance. We’re not delegating anything to powers other by ourselves: we are simply aware that the ground that is supposed to receive a seed must be fertile: to make our efforts effective, we have to create a political and legislative context opened to new ways of considering economy, society, politics, work and human being itself.
At the end of the day, when all relevant factors have been taken into consideration, given the current geopolitical juncture, we are ready to go so far as to say that mutually beneficial cooperation in the spirit of the International Camp promoted by Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira” of Florence has the potential to be conducive to help the building up of a new society and civilization on the basic of solidarity and tolerance and principle common values we all share.