Quest’anno il Parlamento Europeo ha conferito all’Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira”, insieme ad altre associazioni provenienti da vari paesi dell’Unione Europea, il premio “Cittadino Europeo” per l’impegno e l’attività che l’associazione svolge ormai da anni nella ricerca del dialogo e della comunicazione tra popoli di diversa provenienza e religione. La candidatura era stata avanzata dall’On. Nicola Danti. La premiazione si è svolta in due occasioni: una a Firenze presso Villa Salviati, sede degli archivi dell’UE, l’altra presso la sede di Bruxelles del Parlamento Europeo. In occasione della premiazione a Bruxelles, una delegazione di dieci giovani responsabili dell’attività dell’Opera è stata invitata a visitare il Parlamento Europeo dall’11 al 13 Ottobre. Di seguito la riflessione di un membro della delegazione.

Il mar Mediterraneo, che ormai da tempo immemore è un importante crocevia di transazioni e di scambi tra popoli diversi, è diventato oggi teatro di notizie tragiche che si ripetono ogni giorno, tanto da esser chiamato “cimitero dei migranti” da Papa Francesco.

L’Europa ha il compito di intervenire davanti a tutto questo; l’incontro e non lo scontro, il dialogo e non la chiusura, rappresentano il punto focale intorno al quale far ruotare le nostre azioni. Già negli anni ’50 Giorgio La Pira aveva compreso l’importanza del dialogo tra i popoli affacciati sul Mare Nostrum e della comunicazione tra oriente e occidente. Durante il Congresso Mediterraneo della Cultura (Firenze, 19 Febbraio 1960), La Pira affermò: «Noi pensiamo che il Mediterraneo resta ciò che fu: una sorgente inestinguibile di creatività, un focolare vivente e universale dove gli uomini possono ricevere le luci della conoscenza, la grazia della bellezza e il calore della fraternità».

Dagli insegnamenti del professor La Pira trae ispirazione l’attività dell’Opera, che ha come obiettivo primario quello della formazione integrale di cittadini come soggetti attivi nella società, attenti ai bisogni del prossimo, partecipi e responsabili sia all’interno delle loro comunità che nel mondo intero. In particolare, pensando all’esperienza del Campo Internazionale, l’associazione mira a perseguire il dialogo di pace tra Oriente e Occidente e tra i popoli che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo.

Penso che Pino e tutte le persone che negli anni hanno collaborato gratuitamente per la realizzazione di questa opera possano essere felici e orgogliosi di questo importante riconoscimento. Allo stesso modo, questo riconoscimento proveniente da una delle più importanti istituzioni europee deve far ri ettere noi giovani, che impegniamo il nostro tempo per la preparazione dei campi estivi e delle attività invernali per i ragazzi; così come era stato fatto precedentemente per noi. Questo riconoscimento, infatti, oltre alla felicità e all’orgoglio, porta necessariamente con sé un senso di responsabilità ancora più grande nel pensare, preparare, curare le nostre attività. Una responsabilità che i giovani devono assumere con consapevolezza e gioia, lasciandosi guidare dai più grandi e allo stesso tempo portando il proprio entusiasmo e le proprie idee per far crescere ancora questa Opera.

La premiazione a Bruxelles è stata un modo per portare la nostra testimonianza e il nostro lavoro all’interno del Parlamento Europeo, allargando così i con ni dell’attività dell’Opera, nonché per incontrare altre associazioni e singoli che hanno l’obiettivo comune di rendere la nostra Europa un posto migliore per tutti, promuovendo una miglior comprensione tra le popolazioni degli stati membri e agevolando la cooperazione transnazionale. In questi giorni a Bruxelles tra i 40 premiati provenienti da tutti i paesi dell’Unione Europea, è stato possibile soprattutto confrontarsi con gli altri tre vincitori italiani del Premio Cittadino Europeo: l’Associazione di volontariato Pegaso, che ha l’obiettivo di creare un futuro a persone disabili; la Fondazione Archè Onlus, che si occupa di accoglienza, sostegno alle famiglie e ai minori affetti da disagi sociali gravi; e Nawal Sou , una donna diventata punto di riferimento per migliaia di migranti.

Il viaggio a Bruxelles è stato per me un’esperienza altamente formativa, che mi ha permesso di accrescere la conoscenza delle istituzioni europee e del lavoro che viene svolto al Parlamento Europeo ogni giorno. Penso che sia importante rendersi conto dei compiti e degli impegni che vengono assunti dall’Europa, per sentirsi parte di quella grande comunità che è l’Unione Europea, che talvolta può sembrare lontana dalla nostra vita di tutti i giorni, ma che in realtà è più presente di quello che possiamo pensare, perché tutti noi siamo cittadini europei.

Questo premio non deve essere per noi un punto di arrivo ma un punto di partenza, uno stimolo per proseguire nell’impegno educativo e insistere con rinnovato entusiasmo nella costruzione di ponti tra popoli e persone attraverso il dialogo e l’amicizia.

Maria Pasquini

La centralità del Mediterraneo nella costruzione dell’Europa – discorso di ringraziamento pronunciato in occasione della premiazione dell’Opera presso Villa Salviati a Fiesole, il 23 settembre scorso.

Grazie a tutti, grazie al Parlamento Europeo che quest’anno ha deciso di assegnare il Premio Cittadino Europeo anche all’Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira”. Grazie agli Onorevoli presenti, al Sindaco e a tutte le autorità. Siamo veramente molto orgogliosi di questa iniziativa, di questo riconoscimento che oggi riceviamo. Penso che più di tutti sia orgoglioso e soddisfatto Pino. Pino Arpioni è il nostro fondatore che, a partire dagli anni ’50, con l’aiuto di tante persone e volontari, ha lavorato per costruire questa Associazione che oggi accoglie più di 1000 ragazzi d’estate e circa 200 volontari che ruotano all’interno dei diversi Campi Estivi. Ecco, penso che Pino e tutte le persone che negli anni (e che oggi non ci sono più) hanno contribuito a questa Opera possano essere felici oggi che in uno dei luoghi più importanti delle istituzioni europee, come l’Istituto Universitario Europeo, ci sia la possibilità di portare la nostra testimonianza. Insieme a loro grazie ai giovani che dedicano il proprio tempo, anch’essi in maniera completamente gratuita, a questa attività. Un’attività che si pre gge l’obiettivo di formare semplicemente gli uomini come cittadini. Cittadini che possano essere soggetti attivi, partecipi e responsabili nella propria comunità, ma anche nel mondo, di fronte alle s de che questi tempi, ma che la Storia in generale, sottopone ai diversi popoli e alle nazioni.

Grazie poi alla gura del Professor La Pira che oggi è rappresentato anche dalla Fondazione La Pira e dal Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, con cui condividiamo la storia, l’appartenenza ma anche tanti tratti di strada, giorno dopo giorno. La gura del Professore è per noi fonte di ispirazione quotidiana e anche motivo di guida della nostra attività. Come avete potuto sentire, l’attenzione alla dimensione spirituale, ma anche alla consapevolezza di costruire e formare cittadini consapevoli nella propria città e nel mondo in generale rappresenta la nostra ragione d’essere, la nostra missione.

A questo ci rifacciamo e quindi penso che il primo ringraziamento oggi vada anche all’eredità e all’impegno di La Pira che per Firenze ha voluto dire moltissimo, ma anche per lo Stato Italiano e la sua Costituzione.

Proprio La Pira oggi ci richiama, come città e per tutto quello che abbiamo detto in precedenza, a questa attenzione particolare. La Pira parlava sempre del Mediterraneo e non della sola Europa. Il Mediterraneo rappresenta oggi davvero, forse, lo slancio per superare questa crisi che l’Europa sta attraversando. La Pira diceva che «l’Italia non è tanto il piede o la coda dell’Europa, ma un braccio aperto all’accoglienza». Ci piace riportare queste parole oggi, qui, in questa sede, perché davvero possa essere spunto di slancio per superare questa crisi e queste dif coltà che l’Europa sta vivendo. Perché è veramente all’interno del Mediterraneo e tra i popoli che vivono all’interno del Mare Nostrum che possiamo trovare uno spunto per rilanciare quest’idea di Casa Comune. Se pensiamo all’origine dell’Unione Europea, essa nasce come Casa Comune per superare tutte le guerre e i tempi di morte che i popoli hanno vissuto. Ma, forse, questi tempi di morte li stiamo vivendo un’altra volta. E provare a costruire una Casa Comune nel Mediterraneo può essere l’impegno, che noi proviamo a portare avanti nel nostro piccolo e che tutti, specialmente le istituzioni qui presenti, hanno il compito di portare avanti e perseguire con tutte le proprie forze. Grazie mille.